Francesco Alungulesei

La demenza senile non cancella i campi di concentramento

Demenza senile,
non ricordo quali sono le chiavi del portone;
le provo tutte, ma quanto male alle mani!
Ogni volta così.

Cancelli alti e lugubri,
varco la soglia dell'inferno;
Adesso le mie mani scavano forsennate il petto:
getta via! Getta via!
Getta via ciò che è colorato, e debole,
è un bagaglio pesante in terre deserte.
Lo giuro! Lo giuro! Queste sono le mie ultime lacrime.


Demenza senile,
non ricordo il mio nome,
mi sforzo e giuro che
ce l'ho sulla punta della lingua.
Ogni volta così.

6183, sì, 6183, come ho fatto a scordarmelo?

6183, spogliati!
Hai capito? Hai capito, rifiuto umano?
Spogliati, 6183!
Voglio vederti ballare, 6183!
Balla per me, scimmietta!
Balla, 6183!
6183 6183 6183 6183 6183


Prendo il caffè sul portico al mattino,
la sedia a dondolo oscilla di fianco a me.
Sguardo vagante,
"ma dove siete? Ma dove siete?”
Osservo il vuoto sulla sedia,
osservo il vuoto sul prato giocoso,
ma che cosa inseguono i miei occhi persi?

È il sorriso di mio figlio che gioca con gli altri bambini,
il sorriso di mia moglie di fianco a me.
Vacillano le gambe, vacilla la testa,
ma mio figlio ogni tanto si volta
e mi rivolge i suoi occhi speranzosi,
ed allora le gambe si fan forza,
la testa deve resistere.
Per mio figlio.
E mia moglie,
il suo tepore abbraccia il mio,
e mi sostiene, e la sostengo,
le bacio il capo nudo,
e le ripeto quanto la amo.

Vorrei farlo per sempre,
chiamarla per nome,
ripeterle ancora quanto la amo.


Demenza senile,
io non ricordo il nome di mia moglie,
di lei mi restano barlumi rosa, pezzi di sguardo,
di mio figlio le sue mani tenere, gli occhi azzurrini.
Ma allora perché mi pugnali con lame di neri ricordi?
Io cammino su pile di cadaveri, sempre.
Cammino su pile di cadaveri.
Prenditi tutto, demenza senile!
Toglimi ogni ricordo!
Ma cancellali! Elimina i campi di concentramento!


Ci sono persone che vorrebbero dimenticare, che il dolore è troppo forte da sopportare.

Ma per quanto possa far male, per quanto sia facile voltare le spalle e vivere in una menzogna, dobbiamo sforzarci di ricordare gli orrori della Shoah.
Bisogna farlo per ricordare le persone che abbiamo perso, bisogna farlo perché tutto ciò non si ripeta, bisogna farlo per ricordarci di essere umani.

Ritengo il ruolo di ambasciatore della verità un ruolo talmente importante che non sono totalmente sicuro di esserne all’altezza, ma penso che, se mai riuscissi a ricoprire una carica di simile rilievo, allora io cercherei con tutto me stesso di passare al maggior numero di persone la mia visione su un evento così significativo,
sperando di riuscire a toccare veramente qualcuno, trattando i milioni di vittime non come sconosciuti di un passato remoto, ma come fratelli che ci accompagnano nel nostro presente.
Perché il giorno della memoria non abbia una data.
Perché ogni giorno sia il giorno della memoria.